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Mamma non si nasce, si diventa.

Mamma di bebé non si nasce, si diventa. Il puerperio serve proprio ad accompagnarci nella crescita.

Questa cosa che possediamo l’istinto materno, a volte fa più danni, come ideali ed aspettative, che altro.

Chiariamo una cosa: in 25 anni di lavoro con le donne ed i genitori in generale, non ho mai incontrato nessuna mamma che appena nato il bebè sapesse esattamente e chiaramente cosa fare in tutti i campi.

Certo, alcune di noi, istintivamente sanno come prendere tra le braccia il cucciolo, altre sentono il desiderio di attaccarlo al seno, altre ancora non si fanno troppe domande sul sonno e lo prendono come viene ma…

Quando si diventa mamme per la prima volta è lecito avere dubbi ed incertezze.

Quando si diventa mamme la prima volta è un po’ come nascere anche noi come nuove donne ed avere un mondo da scoprire con qualche paura, per alcune più sfumata, per altre più nera.

Questo è quello che a livello pedagogico ed educativo direi io, la mia cara amica Giorgia Spano vi direbbe, probabilmente, che la nostra neurocorteccia ha avuto uno sviluppo esponenziale rispetto al cervello limbico.

Ma torniamo a noi.

Nel momento in cui stiamo imparando qualcosa di nuovo e magari siamo un pochino tese e preoccupate, nel momento in cui cerchiamo di comprendere…

E’ normalissimo che il nostro istinto sia un po’ eclissato, dormiente.

Ma vi assicuro che c’è!

In realtà aspetta solo un pochino per venire fuori, magari un momento in cui abbiamo preso la mano e ci rilassiamo o magari nel momento in cui una sensazione di pericolo ci richiama ad un piano un pochino più ancestrale, e lì le mamme si trasformano in orse, in difesa della prole.

L’istinto materno cresce e si sviluppa mano a mano che cresce il nostro essere mamme.

Meglio ancora se riusciamo a farlo in modo sereno, sentondoci protette, legittimate e competenti nel nostro ruolo.

Ed è questo uno dei motivi per cui amo tantissimo lavorare con le donne nel momento del puerperio: da pedagogista, educatrice e doula so benissimo quanto humus fertile possa portare alle neomamme un lavoro di accoglienza, di legittimazione di storie, narrati, pensieri.

Un lavoro di confronto su dubbi, incertezze, domande…

Un lavoro autobiografico di mamma e bebè…

Che, a mano mano viene sviscerato, fa da strada all’apparire di quell’istinto materno tanto narrato.

Servono specchi che riflettono e fanno riflettere, e poi l’istinto arriva.

Giorgia scusa, è la seconda volta che ti cito, ma ci voleva!

Pubblicato il Nascita e genitorialità

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