Piccolo Enea: il bimbo abbandonato

In questi giorni si sta parlando tantissimo del piccolo Enea, il bimbo abbandonato ad “Una culla per la Vita” della Clinica Mangiagalli di Milano.

Si sta parlando troppo ed a sproposito. Chili di giudizio, su una madre. Come sempre.

E non scriverò nel mio blog di tutto ciò, perché se mai dovessi incontrare la mamma di questo cucciolo, solamente, la abbraccerei, forte.

Vi parlo però di un’altra cosa, da operatrice socio-relazionale che lavora nel sostegno alla genitorialità e poi nella maternità post parto come pedagogista familiare, educatrice d’infanzia e doula in Monza Brianza.

La maternità post parto, per qualsiasi donna, è un frullatore.

Insieme a questo frullatore, dove ci sono i cambiamenti del corpo in gravidanza, la relazione col piccino, emozioni e sensazioni nuove, paure reali e legittime, senso di responsabilità dell’essere genitori oggi, palesarsi di una dimensione dove per un sacco di anni avremo qualcuno di dipendente da noi… c’è il “di tutto un po’”.

“Il tutto un po’” non dipende dalle mamme o future mamme, ma giunge da chi è vicino alle donne in gravidanza ma anche da chi appena le incontra per strada o, ancor più da qualche “leone da tastiera”:

  • vai giù di consigli per neomamme non richiesti,
  • ricordi non richiesti,
  • mani non richieste sulla pancia,
  • idee non richieste che possono riguardare le scelte di gestione della gravidanza, della preparazione al parto o della maternità post parto che ne segue.

Le amiche e colleghe psicologhe potrebbero spiegarci perché avviene tutto ciò, io mi limito a constatare che tutto questo “non richiesto” aumenta soltanto la velocità del frullatore che è la maternità post parto, che sono i primi anni di vita del bebè.

E le madri vanno difese da tutto ciò.

Col silenzio.

Sapendo che queste meravigliose ed a volte paurose esperienze di vita sono strettamente personali e che nella maggior parte dei casi sapere come l’avete vissuta voi, ha davvero poca importanza per quella mamma.
Soprattutto se siete il salumiere che non ha partorito.

La maternità post parto porta ancora oggi con sé il mistero della vita, l’imprevedibilità della vita e non sempre si sa come incontrare davvero una donna in questa dimensione.

Quindi guardiamola con rispetto e dolcezza, facciamo scivolare via il nostro giudizio e chiediamole se ha bisogno di portare le borse della spesa.

Tutto il resto è troppo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto
× Scrivimi
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Iscriviti alla Newsletter

La riceverai una o due volte al mese, con spunti di valore e promo esclusive.