Ti sei mai chiesta quanto sia stata importante la tua amica del cuore nella tua crescita e nella tua formazione come donna?
Come sai, mi piace tantissimo, come pedagogista, occuparmi di cicli di vita: delle fasi che attraversiamo e che ci aiutano a sviluppare risorse, competenze e parti di noi.
A volte val la pena rinarrare autobiograficamente tutti questi pezzi e semplicemente vederli alla luce di cosa siamo oggi.
La pedagogia accompagna a fare anche questo.
Quindi, son sicura che leggendo, hai già pensato alla tua amica del cuore… vero?
O alle donne che ti hanno accompagnato o accompagnano “alla pari” in questa vita…
Ti porto ai ricordi… quella fascia di vita adolescenziale dove:
- ci si diceva tutto,
- si camminava mano nella mano,
- ci si nascondeva a fumare sigarette lontane dallo sguardo delle mamme,
- si dormiva insieme, senza malizia, solo per il fatto del bisogno di stare vicine,
- ci si viveva una ribellione atavica,
- ci si sosteneva e difendeva a denti stretti,
- si raccontavano i segreti, anche i peggiori,
- si passava insieme tutto il tempo possibile, magari col sottofondo di mtv,
- si faceva, insomma, tutto insieme e…
- si riusciva ad essere spensierate anche in momenti che oggi giudicheremmo atroci.
E c’era il patto: “Non ci innamoreremo mai della stessa persona!!”

Se ricordi tutto ciò sei una donna fortunata.
Hai condiviso anni di cambiamento con una spalla importante che aveva lo scopo di farti da specchio e specchiarsi in te.
Ed oggi vivi quei ricordi lontani come sfumati ma nel cuore sono bene presenti e, ne parlavo l’altra sera con la mia amica della vita adulta Giovanna: anche se oggi si è diversissime ci si capisce ancora con uno sguardo, un movimento impercettibile. Sembra insomma di non essersi mai lasciate.
Perchè? Perchè questo momento è cruciale per lo sviluppo dell’adolescente: trova se stesso in qualcuno che gli somiglia per poi aprirsi all’altro che è diverso da sé.
E’ un vero e proprio “bonding al femminile”, dove si impara a diventare donne.
Uno specchio potente e consolante.
Un valore situazionale che oggi le nostre ragazze, le nostra adolescenti non dovrebbero mai perdere e che non dovrebbe mai venire meno perchè lì le donne del domani imparano a stare nel cerchio, a sostenersi, sviluppano l’empatia, la solidarietà dell’altra, danno risalto ai loro bisogni e sfidano i limiti imposti con una spalla e mai sole.
Semplicemente crescono, accompagnate, condividendo la gioia di ogni scoperta e, diciamolo chiaro, proteggendosi e fugando un pochino i pericoli più grossi.
E ti dirò di più, la fase di vita della sorella di sangue, torna come archetipo situazionale ogni volta che ci rimettiamo in cerchio fra donne, nella vita di tutti i giorni.
Ed avrai ben notato come, in certe situazioni, il cerchio delle sorelle sia ancora fondamentale, nei passaggi di vita: la maternità, la menopausa, la separazione, i lutti e le scelte.
E qui potremmo parlare per ore ma mi fermo e lo farò nelle prossime pagine di blog.
Ti faccio un invito però: chiama la tua “sorella di sangue”, condividi questo articolo e dille che le vuoi bene.
E se non hai avuto la fortuna di condividere pezzi di vita con lei, non è mai tardi per cercarla.
Perchè le sorelle di sangue puoi trovarle anche da adulta, ovviamente con una consapevolezza diversa, ed è bellissimo, testato con mano.
P.S.: Mari mi scuserà della foto in copertina, ma io ci trovo bellissime, giovani e spensierate. Anche se in realtà ci stavamo smazzando pezzi di vita da brividi.